da un'idea di "Era un anno a casa" un blog tutto ... da leggere!!!

lunedì 18 febbraio 2019

La Grande Traversata


la mia postazione

"Le parole sono indispensabili alla creazione. A Kishibe venne in mente l'oceano primordiale che ricopriva la terra milioni e milioni di anni addietro, una massa liquida densa e vorticosa in uno stato di caos. Dentro ognuno di noi pensò c'è un simile oceano. Solo quando quell'oceano viene colpito dalla luce delle parole tutto assume una forma definita. L'amore, l'anima, il cuore...Le parole plasmano le cose e e fanno sì che possano emergere dal mare buio."

Ho deciso di leggere questo romanzo per due motivi. Il primo è che ne avevo visto tempo fa la trasposizione in Anime e il secondo è che questo libro appartiene all'iniziativa Instagram #librogiappone a cui sono contenta di partecipare perchè mi da modo di conoscere autori giapponesi guidata dalle scelte di chi si ne intende.

La Grande Traversata è il nome di un dizionario della lingua giapponese che ha ambizioni grandissime come si evince dai primi paragrafi

"...Erano altamente necessarie trovate originali e novità che rendessero la Grande traversata al debutto assoluto tra i mostri sacri della lessicografia giapponese, allettante e affidabile."

Queste sono le intenzioni dei suoi creatori, dipendenti della casa editrice Genbu shobou.
Il capo dell'equipe della Redazione Dizionari sta per andare in pensione e nell'ottica di lasciare questo enorme lavoro nelle mani di una persona affidabile, accurata e devota al progetto si mette in cerca di un possibile successore. Lo trova in Majime che però si presenta come il candidato più improbabile: una persona che non riesce ad usare le parole per esprimere pensieri e sentimenti e quindi che risulta costantemente inadeguato alle relazioni umane. Interiormente però Majime ha una sensibilità nei confronti delle parole impressionante e una capacità di dedicare loro un'attenzione fuori dal comune, non ha paura di prendersi tutto il tempo necessario ad elaborare mentalmente connessioni e riferimenti in modo che la spiegazione di un lemma sia il più possibile chiara, esplicativa, completa. Anche a costo di risultare agli occhi degli altri lento, distratto, strano.

Il tema centrale del romanzo è la realizzazione di questo dizionario che richiede una dedizione assoluta per lunghi anni. I personaggi (Majime e gli altri pochi dipendenti della redazione dizionari) sono tutti disposti al sacrificio e la loro sfera personale risulta assoggettata a questo grandissimo progetto. Ognuno di loro si adegua con dedizione, responsabilità e grande spirito di squadra.

Potrei dire che queste ultime caratteristiche sono tipiche del popolo giapponese perché questo è il volto della società lavoratrice del Giappone, il volto che mostra al mondo occidentale. Non sono mai stata in Giappone e spero di andarci presto, ma credo che ogni europeo o americano possa concordare che se non è così questo almeno è quello che vogliono farci credere: il lavoro prima di tutto.

La lettura è scorrevole e piacevole. Concordo con Stefania (niachan_80 su Ig) che sembra scritto come una sceneggiatura di un'anime, ma forse perché sia io che lei avevamo visto precedentemente l'anime tratto dal romanzo. Per chi tra parentesi è in cerca di qualcosa da vedere che non sia il solito shoujo o shounen questo è decisamente una valida alternativa. Si intitola The Great Passage ed è disponibile su Amazon Prime Video.
Ho avuto modo di confrontarmi con Stefi, mia vicina di casa nonché promotrice dell'iniziativa #librogiappone, soprattutto perché è anche la mia insegnante di giapponese.
E' proprio la questione linguistica la parte che mi ha colpito di più di questo romanzo.
Mi è piaciuto imparare da Majime seguendolo nelle sue riflessioni sulle parole come ad esempio in questo passo





Credo che questo tipo di attenzione sia però condizionata dal fatto che sto studiando giapponese da qualche anno e mi piace immensamente scoprire nuovi modi di percepire i significati delle parole o semplicemente nuovi modi di memorizzarle. Non so se in effetti questa storia possa risultare interessante per chi di lingua giapponese non si intende o non si interessi.

A volte poi mi sono posta domande sulla traduzione dal testo originale. Come quando in questo passo Kishibe e Miyamoto disquisiscono sulle definizioni di "maschio" e "femmina"





in effetti mi sono chiesta se fosse nell'intenzione dell'autore affermare che un'individuo FEMMINA non possa più essere definito (o solamente definito) "l'organismo caratterizzato dalla presenza di organi adatti alla gravidanza e al parto" e che un'individuo MASCHIO non possa più essere definito (o solamente definito) "quello che invece ha gli organi adatti a fecondare la femmina"
o se fosse un problema di traduzione. Nel senso che magari in giapponese non esiste un modo di distinguere donna da femmina e uomo da maschio. Visto che fino a prova contraria la natura ha previsto di distinguere due tipi di organismi diversi complementari necessari alla riproduzione, ma da sempre esistono femmine che non si riconoscono donne e maschi che non si riconoscono uomini. 

Sono fortunata. Per disquisizioni di questo tipo vado a prendermi un cappuccino a casa Origami Videography e mi chiarisco le idee.

Nel complesso il romanzo mi è piaciuto.
Se tempo fa mi avessero invitato a leggere un libro sulla realizzazione di un dizionario penso lo avrei affrontato solo per amore delle parole, nel senso che la storia alla base può sembrare debole, ma si sviluppa bene ed è piacevole.