Molto forte, incredibilmente vicino
Johnatan Safran Foer
ed. Guanda
E` la storia di una ricerca.
Oskar ha 11 anni e cammina per New York in cerca del proprietario di una chiave nascosta in una busta nel ripostiglio di suo padre.
Ma perche`?
Ma perche`?
Ha da poco perso il suo papa` nell'incidente delle torri gemelle dell'11 settembre 2001 ed e` convinto che questa ricerca lo condurra` a sapere qualcosa di piu` su suo padre e sulla sua morte.
Oskar non e` mai stato un bambino come gli altri: e` estremamente intelligente, sicuramente troppo intelligente e troppo originale per potersi integrare con i ragazzini della sua eta`. La sua passione sono le invenzioni e sogna di diventare il futuro assistente di molti personaggi famosi nel campo della ricerca scientifica a cui in effetti indirizza ripetute lettere di ammirazione e richiesta di assunzione.
Da quando Thomas e` morto Oskar soffre di insonnia e passa le notti ad inventare continuamente cose nuove, tentando di anestetizzare il dolore, di non ricordare, di non soffrire. Il rapporto tra i due e` sempre stato speciale e speciale e` anche la famiglia da cui suo padre discende. Tutte le persone che ruotano attorno a Thomas sono figlie del dolore: lo e` Oskar che ha perduto suo padre tragicamente, lo e` sua madre, lo e` la nonna che e` stata lasciata dal marito mentre era incinta, lo e` il marito stesso (il nonno) che ha vissuto i bombardamenti della seconda guerra mondiale, lo e` l'uomo che usera` la chiave di Oskar, lo e` la sua ex moglie e lo sono anche tutte le persone che Oskar incontrera` lungo la sua ricerca. E le loro storie in questo libro camminano assieme: all'inizio viaggiano parallele, poi si sfiorano, ma alla fine si intrecceranno le une alle altre. Queste persone soffrono, ma molte di esse troveranno sollievo alla sofferenza incontrandosi e condividendo il dolore perche` si frammenti in pezzi piu` piccoli, sempre piu` piccoli.
(photo by NYpress) |
E` un libro molto bello, commovente ed acuto.
La scrittura di quest'autore e` particolare: onirica e surreale a volte, ma riesce a creare metafore perfette per vite sofferte e offre alle anime ferite una dimensione parallela dove poter sopravvivere.
Il suo stile e` molto complesso e ricco, a volte come avevo gia` riscontrato in
"Ogni cosa e` illuminata" Safran Foer si smarrisce un po' tra le
sue parole, ma il risultato e` davvero affascinante e sorprendente,
sempre.
Mi e` rimasto appiccicato addosso per vari giorni, anche dopo averlo terminato, anche mentre seguivo altre storie ed altre letture, segno che mi ha colpito molto in profondita`.
Trovo questo giovane autore davvero geniale.
::NOTA BENE::
Avevo annunciato qui che dovevo leggere questo libro per verificare che fosse adatto a mia figlia M. di 12 anni. Le era stato consigliato dalla professoressa di arte delle scuole medie.
Ho fatto bene a prendere questa precauzione, il verdetto e` negativo: e` un libro per adulti, assolutamente.
Se il racconto non coinvolgesse
le storie sconvolgenti e dolorosissime dei nonni di Oskar, sicuramente la vicenda di
questo bambino, a parte alcuni riferimenti al sesso (che non hanno
affatto un linguaggio e un'impronta infantile), i ragazzini
delle medie potrebbero comprenderla, ne sarebbero colpiti, li farebbe riflettere.
Ma questo racconto non e`
rivolto a loro: un adolescente che ancora deve aprirsi alla vita
non puo` capire cosa c'e' dietro i comportamenti cosi` strani degli
adulti di questo romanzo e come il dolore puo` modificare le relazioni
naturali tra uomo e donna.
L'ultimo passo sara` vedere la trasposizione cinematografica con Tom Hanks nella parte di Thomas.