AnimaliDivorziareAsola
Donna rammenda di Edouard Vuillard da arteposter |
Bosco
e Cielo hanno lo stesso colore.
Dentro
invece un tepore profumato di cose buone: il forno va.
Stasera
mangeranno torta messicana di fagioli e carne e le ragazze (che ora
ridono al piano di sopra allegre e spensierate) fra qualche minuto
scenderanno a preparare i biscotti per la merenda.
La
madre siede a rammendare un grembiule dell’asilo. La` dove c’era
un bottone ora c’e` uno strappo: la piccola deve essersi impigliata
in uno spigolo o ha cercato di spogliarsi con troppa foga e adesso
l’asola e` tutta sfrangiata.
“Come
si fa a rammendare un’asola?”
Non
e` mai stata una sarta, fa quello che nessuno le ha mai insegnato con
molto senso pratico, badando al sodo “L’importante e` che
l’intervento sia risolutivo…forse posso mettere qualche punto
qui….non facciamo pecionate”.
Ernesto
guarda la televisione in salotto con l’occhio spento di chi ha la
febbre alta, ogni tanto tossisce .
“Speriamo
che non sia una gastroenterite, non ce la
faccio neanche a sopportare l’idea” .
Giodde
e` di sotto in cortile a bagnarsi beatamente, la neve e` diventata
una massa fradicia e scivolosa con cui non si puo` piu` giocare.
“Meglio
che lo chiami senno` le scarpe domattina saranno inutilizzabili e con
cosa lo mando a scuola poi?”.
I
pensieri vorticano attorno al filo da cucito, si infilano nella cruna
dell’ago fissandosi sull’asola assieme ai punti; si
sovrappongono, si scavalcano e il rammendo che ne esce sembra la coda
di un armadillo.
Lei
fa una smorfia e sbuffa, non e` arrabbiata e` solo sconsolata: le
cose da fare sono molte e vorrebbe che tutte riuscissero, venissero
bene, precise e belle.
“Questi
sono discorsi da casalinga incallita e pure un po’ frustrata,
invece non lo sei o almeno non ancora. E in ogni caso sei tu che hai
voluto divorziare dal tuo lavoro!”
Com’e`
possibile che sia successo davvero? Le piaceva cosi` tanto.
Alti
e bassi come in tutti i rapporti ovviamente. Per difenderlo a volte
il giorno di riposo lo passava sdraiata a respirare profondamente, ma era il suo
lavoro: aveva studiato parecchio e aveva raccolto grandi
soddisfazioni , grandi e belle come mazzi di fiori freschi. C’era
passione.
Quando
lo ha lasciato pero` lo ha fatto senza fantasia :”forse e` meglio
che ci prendiamo una pausa”.
Di
dodici mesi.
E
come sempre succede pian piano si e` abituata a stare senza e non e`
piu` tornata.
La
verita` e` che non voleva che i bambini crescessero come alberi da
frutto di un campo abbandonato: senza pacciamature, senza potature,
senza stagione del raccolto.
“Mia
madre? Non c’era mai, stava sempre nel letto senza forze“ questo
non poteva, non doveva succedere.
“E
quindi piantala di lamentarti e sorridi: questo grembiule sara`
riusato”.
Lo
guarda di nuovo sottecchi :“comunque quando Liuba si allaccera`
il bottone questa coda di animale strano sara` coperta,“
Le
ragazze sono sulle scale e scendono ridendo.”Adesso rovisteranno
nel cassetto per cercare i grembiuli e faranno un gran casino come al
solito, non sono ancora riuscita ad insegnargli a fare le cose per
bene”
“Pero`
sarebbe bello ricamare tanti animali su questo
grembiulino...potrei seguire i quadretti della
stoffa...potrei farli a punto croce…”.
Ernesto
la chiama dal divano: ha sete.
La
porta di casa si apre: Giodde e` gocciolante e sorride soddisfatto
”ho fame, quando si fa merenda?”.
“Vi
siete lavate le mani prima di cominciare ad impastare?” chiede alle
grandi.
Il
grembiule attende sullo schienale della sedia.
Domani
mani ruvide ed esperte lo piegheranno per bene mentre mani
soffici ed incerte lo sfioreranno accarezzando quella cicatrice.
“Mamma
che cos’e questa?”
“E`
una coda di armadillo! Sai cos’e’ un armadillo Liuba?”.
21/01/2013
~
Questo e`un racconto breve ispiratomi dalle tre parole che TOWRITEDOWN ha lanciato nel web nei suoi lunedi` per lo sviluppo dell'io creativo.
Ho raccolto la sfida del 14 gennaio per misurarmi con me stessa, per esercitarmi nella scritttura, ma soprattuttto per dimostrarmi che non e` vero che sono poco creativa.
Prendere spunto dalla propria vita per comunicare e` mancanza di creativita`?
E` ovvio che questo racconto sia autobiografico, tutto mi appartiene (tranne i nomi dei miei figli che coincidono con i loro solo per l'iniziale!), ma io scrivo di cio` che so.
Scrivo di cio` che ho provato, di cio` che mi ha nutrito e che ho metabolizzato, di cio` che mi colpisce e di cio` che mi sfiora soltanto. Ma tutto deve avermi toccato. Se non mi fa anche solo una minuscola cicatrice mi annoia, non mi interessa.
Scrivere inoltre rievoca in me pensieri che sono sempre rimasti nel lobo occipitale: c'erano, sapevo che erano li`, ne percepivo la presenza, ma non potevo inquadrarli, erano al di fuori del mio campo visivo.
Quando scrivo sento il mio cervello che scricchiola per mettersi in moto e quando parte e` come un treno in corsa, non posso rallentarlo se non e` prevista la fermata. e se non mi sbrigo, se non sono veloce a tradurne i pensieri in scrittura me lo perdo, lo vedo andare via: le parole sono lontane ormai.
Questo esperimento mi ha divertito.
Ne ho gia` pronto un altro!
Come al mio solito non posso fare una cosa per volta no?
Ho raccolto la sfida del 14 gennaio per misurarmi con me stessa, per esercitarmi nella scritttura, ma soprattuttto per dimostrarmi che non e` vero che sono poco creativa.
Prendere spunto dalla propria vita per comunicare e` mancanza di creativita`?
E` ovvio che questo racconto sia autobiografico, tutto mi appartiene (tranne i nomi dei miei figli che coincidono con i loro solo per l'iniziale!), ma io scrivo di cio` che so.
Scrivo di cio` che ho provato, di cio` che mi ha nutrito e che ho metabolizzato, di cio` che mi colpisce e di cio` che mi sfiora soltanto. Ma tutto deve avermi toccato. Se non mi fa anche solo una minuscola cicatrice mi annoia, non mi interessa.
Scrivere inoltre rievoca in me pensieri che sono sempre rimasti nel lobo occipitale: c'erano, sapevo che erano li`, ne percepivo la presenza, ma non potevo inquadrarli, erano al di fuori del mio campo visivo.
Quando scrivo sento il mio cervello che scricchiola per mettersi in moto e quando parte e` come un treno in corsa, non posso rallentarlo se non e` prevista la fermata. e se non mi sbrigo, se non sono veloce a tradurne i pensieri in scrittura me lo perdo, lo vedo andare via: le parole sono lontane ormai.
Questo esperimento mi ha divertito.
Ne ho gia` pronto un altro!
Come al mio solito non posso fare una cosa per volta no?
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