da un'idea di "Era un anno a casa" un blog tutto ... da leggere!!!

martedì 17 settembre 2013

Eccomi di nuovo su Zebuk! Scake recensisce "Cuore di bestia" di Noelle Revaz

Eccomi di nuovo su Zebuk!
OGNI VOLTA IL CUORE MI BATTE FORTE
MANCO MI AVESSERO PUBBLICATO UN LIBRO TUTTO MIO!!!
E` l'effetto che mi fa potermi esprimere a largo raggio, credo.
Comunque ho letto questo libro incredibile
e la mia recensione si puo` leggere
 
 oppure qui di seguito.

Buona lettura!

 
 
Premetto che so quello che dico. A costo di risultare spocchiosa e presuntuosa lo ribadisco: so quello che dico.

Ho acquistato questo romanzo sotto l'impulso irrefrenabile che spesso mi prende dopo aver letto una presentazione: "Devo leggerlo! Adesso o comunque presto!" e la cosa mi urge cosi` tanto che attendo il suo arrivo come si attende il giorno della prova finale dell'abito da sposa, per intenderci.
L'ho letto tutto di un fiato.
E poi l'ho riletto.
E poi mi sono chiesta: chi e` Noëlle Revaz e perche` ha voluto scrivere questo libro?

Ho fatto ricerche in lungo in largo, curiosato tra articoli di giornale, siti francesi, svizzeri, video di promozioni editoriali, trailer cinematografici perfino, ma non ho trovato nulla.
Noëlle non ha lasciato grandi tracce nel web se non delle bellissime foto del suo viso giovane e pulito.
Si perche` dietro le pagine di questa storia ti aspetteresti di trovare uno scrittore anziano, uomo.
Invece Noëlle ha 43 anni e se digiti il suo nome su Google Immagini ti appare una donna dall'aria serafica e fresca.
Ma io e Noëlle (scusate l'ardire) abbiamo qualcosa in comune pur essendo cosi` diverse e lontane: conosciamo il mondo di cui lei scrive.

Questo romanzo e` stato pubblicato nel 2002 in Francia con il titolo originale "Rapport aux bêtes".
Inizialmente applaudito come una rivelazione: "uno stile unico, nuovo, fulminante", "una giovane autrice svizzera, sesta di nove fratelli, cresciuta in un piccolo paese".
Ma perche` l'opera iniziasse a circolare anche all'estero sono passati 10 anni! Nel frattempo sono stati girati ben due film liberamente tratti dal romanzo che ovviamente non hanno mai visto una sala cinematografica in Italia.
Ora e` qui edito da Keller, appena uscito in libreria con la traduzione a mio modesto parere magnifica di Maurizia Balmelli.

In "Cuore di bestia" c'e` un cattivo e c'e` ovviamente una vittima. E poi c'e` l'angelo salvatore.
Ma il narratore e` inaspettatamente il cattivo: Paul, un montanaro che abita con sua moglie ed un imprecisato numero di figli nella fattoria tra le Alpi della Svizzera francese dov'e' nato e cresciuto.
Paul ha sempre badato alla sua campagna e alle sue "bestie", vive come gli e` stato insegnato.
Ma un'estate per necessita` avviene un cambiamento nella sua vita: e` costretto ad assumere un aiutante per riuscire a condurre l'azienda e cosi` arriva Jorge, un portoghese, uno straniero.
Jorge annusa l'aria e si accorge al volo di tutto.
E di cosa si accorge Jorge?
Si accorge che Paul e` un uomo-animale chiuso e taciturno, che vive definendo ossessivamente ogni giorno i confini del suo mondo e delle sue proprieta`, che si fida solo del suo istinto e che si relaziona con le persone in maniera istintuale impedendo alla sua parte umana di esprimersi, di uscire.

E poi Jorge si accorge che la moglie di Paul viene considerata e trattata esattamente come una delle tante bestie presenti in fattoria.
"La Vulva". Paul la chiama "La Vulva".
Ti da` fastidio leggerlo, ti da` fastidio doverti abituare a leggerlo eppure dopo aver terminato l'ultima pagina di questo romanzo non puoi che riconoscere con orrore (tu che sei donna dignitosa) che questo nomignolo dispregiativo rende perfettamenrte l'idea di come Paul consideri sua moglie.
"La Vulva" e` al centro del romanzo, ma non appare mai in primo piano. Sara` lei pero`, con il suo assentarsi dalla fattoria per una necessita` improrogabile, l'elemento scatenante del cambiamento di Paul.
Perche` e` ovvio che Paul cambiera`, ve lo dico subito che cambiera`, Jorge e` qui per questo.
Jorge e` qui come un angelo anche se e` grande e grosso, scuro e forzuto:
"Che razza di colosso! Ben piu` largo e piu` alto di me! Da vicino non gli vedevo gli occhi e ho dovuto fare un passo indietro, talmente era scuro e coperto di zone buie dove non si distingueva un accidente."
e come compete ad un angelo rimettera` le cose a posto, ma senza fretta, senza giudizi, senza violenza: usando tutte le armi di cui Paul e` completamente sprovvisto.

E` per questo che ho continuato a leggere fino alla fine questa storia. Perche` necessitavo di un lieto fine. E quando prendi in mano il volume e sbirci la quarta di copertina gia` intuisci che andra` cosi`. Ed in fondocredo che sia un trucchetto per invogliarti ad acquistare questo romanzo perche` la narrazione di Noëlle e` cruda e sconvolgente e tu non puoi sopportare che la realta` sia questa, nel tuo profondo il tuo senso di giustizia morale vuol vedere una via di uscita.
"E` come con le bestie: a furia di vedere il bastone, prima di fare danni ci pensano, ed e` cosi` che le governi, col ricordo e col rispetto del padrone."
"La sera la chiamo gentilmente come so io, con la voce dolce di miele di quando si vuole torcere il collo a un pollo, e la Vulva arriva sciocca e fiduciosa come se dovessi darle il mangime e aspetta col niente scritto in faccia"
 
I pensieri su quest'uomo mentre leggo sono pieni di indignazione, mi escono a getti, istintivi, quasi a rendergli pan per focaccia. Tento di giustificarlo e poi lo accuso, cerco di salvarlo e lo condanno.
Ok non e` stato educato ai sentimenti, e` cresciuto in quel silenzio che solo la montagna puo` produrre in certi giorni, sfamato solo dei suoi bisogni primari, come si cresce un animale domestico. Ma e` un bastardo ed un violento.
"I figli vuol dire lavoro. Vuol dire stare tutto il santo giorno all'occhio che non giochino con gli erpici, vuol dire far si` che non si caccino nei silos mentre li riempi e che non parlino coll'operaio, perche` sapere il portoghese ed il francese insieme puo` far danno. Ma la vulva quei figli mica li ha fatti da sola, e tocca fargli da padre. Quando li governo, ci do quel che gli manca e se non stan fermi bacchetto, perche` quando si ama si mena".

A Paul piace Jorge, e` contento del suo modo di lavorare:"Gran bella cosa un operaio!"
perche` due mani in piu` e grosse come le sue servono davvero, ma rimarra`sempre nei suoi confronti la diffidenza, dall'inizio alla fine di questo rapporto.

E qui se permettete entro in scena io con la seguente battuta:"Tipico dei montanari nei confronti di chi viene "da fuori"!"
So quello che dico.
Ho vissuto molta della mia infanzia e tutta l'adolescenza in un minuscolo paesino di montagna, trapiantata dalla capitale in un mucchio di casette in mezzo ai boschi del Nord Italia. Ora vivo leggermente piu` a sud in un centro decisamente piu` grande, ma quello che mi porto dietro della mia esperienza montanara e` il ricordo di un contatto intenso con la meravigliosa natura circostante e per contro un contatto praticamente nullo con la popolazione locale. Non ho niente da recriminare a nessuno, non e` possibile distribuire colpe ne` meriti, ma io e "loro" abbiamo vissuto per 12 anni come due dimensioni parallele, due bolle che non si fondono e per quanto mi sia sforzata di accordarmi al loro strumento mai sono riuscita a realizzare uno scambio, mai nessuno ha voluto accordarsi alle mie di corde. Me ne sono andata come sono venuta. Da straniera.

E posso altresi` affermare che quando all'inizio ho letto questo romanzo come "parola" di Paul qualcosa non mi quadrava: troppo verboso questo Paul, non mi convinceva affatto. Il mondo del popolo delle montagne e` silenzioso, quasi muto, a volte si comunica a gesti (mi ricordo ancora come un contadino voleva spiegarmi quali erano le mele da raccogliere e quali no: acchiappava la mela sbagliata e se la buttava dietro le spalle, poi prendeva quella giusta me la faceva vedere bene e la metteva nel cesto. Non una parola.) I montanari parlano tanto solo quando bevono. Le sbornie, quelle sonore, sono effettivamente il loro sfogo. E` per questo che bevono tanto.
Poi pero` mi sono accorta che quello che stavo leggendo non erano le parole di Paul, ma i suoi pensieri. Ed in effetti questo se vogliamo e`un libro sul silenzio:
"E` per questo che alla lunga abbiamo smesso di parlare e che in fattoria non si sente una mosca, solo gli strilli dei bambini che giocan fuori. E non da` niente fastidio, perche` io e` cosi` che sgobbo: nella calma, che uno puo` pensare e concentrarsi sulle bestie. La Vulva non si esprime mai di bocca, fa giusto Si` con la testa, perche` e` sempre d'accordo e senno` sono dolori,"
Se avesse voglia di esprimersi forse lo farebbe davvero cosi`. In questo sta infatti anche il grande merito di Noëlle Revaz (della sua traduttrice poi non ne parliamo): di aver creato un linguaggio nuovo, quello del contadino di montagna "che parla come mangia". Noëlle trasferisce sulla carta i pensieri cosi` come escono dalla testa di Paul, con quel lessico sgrammaticato ed elementare che esibiscono le persone che si trovano a dover parlare in italiano quando la loro lingua madre e` il dialetto.

Non sappiamo davvero niente di Noëlle e ascoltare una sua intervista rimane comunque un mio grande desiderio, per capire il perche` di questo romanzo. Resto dell'idea che questi scenari assoluti, irti come le vette alpine, solitari di una solitudine sconfinata e disperata siano stati parte anche del suo mondo, perche` un po` lo sono stati del mio e mi ci ritrovo parecchio.
Jorge se ne andra` dalla fattoria a fine stagione, ma il calore della sua presenza non portera` al solito scontatissimo finale. Delicato e fedele a se stesso Jorge non stravolgera` il sapore di questa storia, che e` a pensarci bene e` proprio cio` a cui ci siamo abituati frequentando un certo tipo di filmografia: il sapore della banalita`, della scontatezza, della favola a tutti costi, che azzera ogni dramma, ogni conquista, che tradisce la realta`.
Per questo dovete leggere  "Cuore di bestia".

NB Non se la prendano troppo con me i "contadini montanari" per le mie affermazioni. Sono il resoconto sincero di una esperienza puramente personale. Mi hanno comunque permesso di entrare in questo romanzo con tutti e due i piedi e di camminare per i sentieri delle mie montagne.






 


2 commenti:

Questo commento sara' letto anche dai miei bambini, tienilo presente!
Grazie Scake