da un'idea di "Era un anno a casa" un blog tutto ... da leggere!!!

lunedì 28 maggio 2012

Letture notturne

Prima di dormire leggo. Sempre. Anche se vado a letto tardi.
Adesso che mi devo documentare sulla Scozia poi non vedo l'ora di stendermi per iniziare.

N. non sopporta la luce della mia lampada da lettura.

Ho trovato allora un sistema che permette a lui di dormire e a me di leggere:

LA "CALZAMPADA" DA LETTURA!

Ve lo consiglio. Soprattutto se come me vi lasciate trascinare dal racconto fino alle ore piccole.
Infatti la luce e' cosi' fioca che dopo un po' gli occhi stanchi si chiudono e vi viene voglia di spegnere.
Un accorgimento: scegliete colori medio-scuri (marroncino o rosso) il nero e' troppo opaco ed il bianco scherma poco.
Buonanotte!

martedì 22 maggio 2012

Scake recensisce "44 Scotland Street"


-44 SCOTLAND STREET-  
Alexander McCall Smith
Mi aspettavo tanto da questo libro. Ma perche'?
Perche' la mia bibliotecaria me ne ha parlato come di un libro molto bello, migliore di quelli dello stesso autore ambientati in Sudafrica (che io ho gia' letto tempo fa).
Perche' parla di Edimburgo ed io sono galvanizzata dalla partenza per la nostra esperienza estiva in questa citta'. 
Perche' questo autore mi e' sempre sembrato molto equilibrato, i suoi romanzi Sudafricani sono sempre un cerchio che si chiude e come il cerchio l'epilogo e' perfetto e rassicurante.

venerdì 18 maggio 2012

Cookbook dall'Alaska




The Reak Stuff by a Real Alaskan
-Alaska- Sourdough
Ruth Allman
"Somebody had to write a good Sourdough Cookbook"

Che ne so io di Alaska? Non ci sono mai stata, ma la mia curiosita' mi ha portato a scovare anche ricette vicine a me di un luogo cosi' lontano dalla mia vita.

mercoledì 16 maggio 2012

Made in Uk...con la coda dell'occhio sulla Scozia

Questa e' una guida che ho preso in prestito in biblioteca, volevo valutare se l'acquisto fosse utile perche' costa un po'. La foto e' obbrobriosa perche' ero al parco e dovevo controllare che L. non si rompesse il collo sullo scivolo.
Mi ero ripromessa di resistere alla tentazione di lanciarmi a capofitto nel progetto estivo di mio marito prima di avere la conferma che si realizzasse. Ma ho ceduto...
...che male c'e' a curiosare una guida sulla Scozia, magari in futuro al di la' di tutto ci vado lo stesso no?


lunedì 14 maggio 2012

Scake (40 anni) recensisce "Trappola sul fiume mare" di Eva Ibbotson


Maia e' una bambina bella, buona, intelligente e orfana dei genitori. Positiva e motivata quel tanto che basta per vivere un'avventura.

Ed e' giusto che sia cosi' nelle storie per bambini perche' si confrontino con una figura che rappresenta la loro parte di anima scanzonata e libera, giocosa e curiosa, altruista e semplice. Io non voglio che i miei figli soffrano oltre le loro possibilita' leggendo, secondo me i libri per bambini hanno l'obbligo di offrire solo quello che e' consono alla loro eta'. Ma Eva Ibbotson (1925-2010) scriveva storie appassionanti che piacciono a tutti anche agli adulti perche' ognuno vi puo' cogliere sentimenti e sensazioni con intensita' diversa in base all'eta' che ha.

Maia ha dei parenti in Amazzonia a cui viene affidata dopo la morte dei genitori. L'accompagna un'istitutrice un po' particolare che l'aiutera' ad affidarsi nelle scelte della vita al suo senso di liberta' e all'amicizia che quando e' un sentimento puro fa bene a se stessi, ma soprattutto agli altri.

Della Ibbotson ho letto molti libri: li consiglio praticamente tutti ricordando che l'autrice e' famosa soprattutto per le sue storie di streghe e fantasmi .

martedì 8 maggio 2012

Il lavoro della Prima A

Oggi E. e' uscito da scuola con un sacchetto.
Me l'ha dato tutto sorridente ed emozionato.
Io mi sono detta:"Il regalo della Festa della Mamma..." che non so mai quando e'...
Invece dentro c'era un librone grande.
Anch'io mi sono emozionata perche' quel librone l'ha fatto E. con i suoi compagni di classe e la maestra di italiano!
Non ho potuto fare a meno di scattare le foto e postarlo qui perche' abbiamo solo due giorni (poi fara' il giro di tutte le famiglie) allora...

oggi noi leggiamo 

LA PRINCIPESSA DI ZUCCHERO 



venerdì 4 maggio 2012

Come una volta

E. e' in prima elementare ed ha iniziato in questi giorni a scrivere in corsivo e ad usare la penna cancellabile.
La maestra di E. ha fatto realizzare questi quadernetti per i suoi alunni che sono in tutto e per tutto identici a quelli di una volta.
I quadretti quadrati sono intervallati da due file di quadretti a rettangoli che servono per fare le "asole" delle "L" delle "H" e delle "G" e le gambe delle "F" delle "Q' delle "P" e delle "T".
Non so se mi sono spiegata...


Mi ha colpito molto questo lavoro e sono contenta che mio figlio scriva su questi quadernetti perche' ho fatto esperienza che non e' vero che la scrittura corretta e ordinata nel bambino sia cosi' scontata. E. per esempio che ha 9 anni ancora adesso fa fatica a saltare il numero giusto di quadretti quando va a capo. Lei e' la dimostrazione che non e' sempre tutto cosi' automatico nel cervello infantile.
I bambini vanno aiutati a dare le proporzioni e le misure alla pagina, a "spazializzare" il segno che hanno nella testa perche' non e' detto che afferrino al volo come muoversi su quel vuoto bianco.





Faccio un inciso

Anni fa partecipai a dei seminari informativi sul metodo Rapizza che e' un metodo di insegnamento che mio figlio G. ha seguito in prima elementare come una sperimentazione proposta dalla scuola. E' un metodo geniale secondo me che non sono un'esperta del settore. Non sono un'esperta del settore, ma ho la grazia di poter seguire l'apprendimento di ben cinque bambini che hanno un patrimonio cromosomico comune, ma sono tutti estremamente diversi tra loro.
Quel metodo avrebbe dovuto usarlo E. e non G. che ne ha giovato comunque moltissimo. Infatti ha una padronanza dell'uso della penna, del foglio, dello spazio, della lettura che a volte mi sorprende.
E non e' vero che come sostengono alcune insegnanti "contro" i bambini poi scrivono tutti con la stessa grafia! Sono invece MOLTO ordinati ed il loro filo conduttore scorre facilmente.
Non per niente questo metodo risolve alla grande un'enorme quantita' di casi di disgrafia e dislessia in soggetti sani ed in soggetti patologici.
Chiedo scusa agli adddetti ai lavori: parlo da mamma sul campo di battaglia. Tra parentesi chissa' se un giorno riusciro' a fare un post sullo shock che mi ha causato il mondo della scuola primaria....
Detto questo i quadernetti sono stati regalati alla maestra di E. da un insegnante della scuola grafica del capoluogo di provincia che li ha realizzati con i suoi alunni.

E. e' fiero del suo quadernetto. E la quarta di copertina? Non e' deliziosa? 

martedì 1 maggio 2012

Scake (40 anni) recensisce "Farm City"

Farm City - L'educazione di una contadina urbana

Me lo sono divorato come quando ho davanti un salamino: fetta dopo fetta, gustandomelo, ma con la frenesia di tagliarne ancora. Finché alla fine mi accorgo di averlo fatto fuori tutto.
Mi è piaciuto ovviamente.
Novella abita in un quartiere degradato di Oakland (la "sorella" povera di San Francisco) e in un pezzo di terra incolto pianta un orto.

L'orto di Novella lo sento un po' mio.
Anch'io l'anno scorso mi sono accovacciata ad ammirare la bellezza ed armonia delle forme di un germoglio di fagiolo che esce dalla terra. Così piccolo, così forte da spostare le zolle.

Ma lei per sentirsi contadina ha coltivato, ma ha anche allevato api, polli, oche, anatre, tacchini e maiali. Ha sfidato la paura di affezionarsi a quegli animali che avrebbe dovuto uccidere per nutrirsi. Questo libro ne e' il resoconto.

Io questo coraggio non ce l'ho, da quella volta che mi hanno servito una coscia di Carolina la gallina che avevo nutrito da ragazzina. Quella carne mi dette la nausea e non la mangiai. Così è ora: se mangio un animale non devo pensare che è un animale! Anche il pesce, trovarmelo lì intero che mi guarda, per me non è cibo: è un cadavere.

Novella è stata forte, faticando fisicamente e cercando di trarre attraverso questa esperienza tutto il buono del suo passato: un passato che l'aveva fatta soffrire. Ma gli errori dei propri genitori si perdonano quando si ricalcano i loro passi. E cosi' il suo lavorare la terra, usare della propria casa come di un laboratorio di esperimenti agrari, andare a raccogliere avanzi di cibo nei cassonetti della citta' per nutrire i suoi animali, e' stata una sfida contro la parte perbenista di se stessa e una vera e propria catarsi.

Condivido con Novella la soddisfazione di nutrirsi con il lavoro delle proprie mani e la gratuita' che la terra ti regala nei confronti di chi ha bisogno: quando hai tanto raccolto vuoi condividerlo con gli altri. Quest'ultima cosa l'ho provata con il mio orto e ne ho trovato conferma in un'altro bellissimo libro che consiglio a chi legge in inglese: "The dirty life-On farming, food and love" di Kristin Kimball.

Un'aggiornamento: Novella ha scritto un'altro libro per chi fosse interessato all'agricoltura urbana disponibile sono in inglese al momento: si chiama " The Essential Urban Farmer". Lo posto comunque perché so che agli appassionati-curiosi non fa paura la lingua straniera...