da un'idea di "Era un anno a casa" un blog tutto ... da leggere!!!

lunedì 25 febbraio 2013

Scake recensisce "Molto forte, incredibilmente vicino" di J.S.Foer


Molto forte, incredibilmente vicino
Johnatan Safran Foer
ed. Guanda

Questa e` la narrazione di alcuni mesi della vita di Oskar.
E` la storia di una ricerca.
Oskar ha 11 anni e cammina per New York in cerca del proprietario di una chiave nascosta in una busta nel ripostiglio di suo padre.
Ma perche`?
Ha da poco perso il suo papa` nell'incidente delle torri gemelle dell'11 settembre 2001 ed e` convinto che questa ricerca lo condurra` a sapere qualcosa di piu` su suo padre e sulla sua morte.
Oskar non e` mai stato un bambino come gli altri: e` estremamente intelligente, sicuramente troppo intelligente e troppo originale per potersi integrare con i ragazzini della sua eta`. La sua passione sono le invenzioni e sogna di diventare il futuro assistente di molti personaggi famosi nel campo della ricerca scientifica a cui in effetti indirizza ripetute lettere di ammirazione e richiesta di assunzione. 
Da quando Thomas e` morto Oskar soffre di insonnia e passa le notti ad inventare continuamente cose nuove, tentando di anestetizzare il dolore, di non ricordare, di non soffrire. Il rapporto tra i due e` sempre stato speciale e speciale e` anche la famiglia da cui suo padre discende. Tutte le persone che ruotano attorno a Thomas sono figlie del dolore: lo e` Oskar che ha perduto suo padre tragicamente, lo e` sua madre, lo e` la nonna che e` stata lasciata dal marito mentre era incinta, lo e` il marito stesso (il nonno) che ha vissuto i bombardamenti della seconda guerra mondiale, lo e` l'uomo che usera` la chiave di Oskar, lo e` la sua ex moglie e lo sono anche tutte le persone che Oskar incontrera` lungo la sua ricerca. E le loro storie in questo libro camminano assieme: all'inizio viaggiano parallele, poi si sfiorano, ma alla fine si intrecceranno le une alle altre. Queste persone soffrono, ma molte di esse troveranno sollievo alla sofferenza incontrandosi e condividendo il dolore perche` si frammenti in pezzi piu` piccoli, sempre piu` piccoli.

(photo by NYpress)
E` un libro molto bello, commovente ed acuto. 
La scrittura di quest'autore e` particolare: onirica e surreale a volte, ma riesce a creare metafore perfette per vite sofferte e offre alle anime ferite una dimensione parallela  dove poter sopravvivere.
Il suo stile e` molto complesso e ricco, a volte come avevo gia` riscontrato in "Ogni cosa e` illuminata" Safran Foer si smarrisce un po' tra le sue parole, ma il risultato e` davvero affascinante e sorprendente, sempre. 
Mi e` rimasto appiccicato addosso per vari giorni, anche dopo averlo terminato, anche mentre seguivo altre storie ed altre letture, segno che mi ha colpito molto in profondita`. 
Trovo questo giovane autore davvero geniale. 


::NOTA BENE::
Avevo annunciato qui che dovevo leggere questo libro per verificare che fosse adatto a mia figlia M. di 12 anni. Le era stato consigliato dalla professoressa di arte delle scuole medie.
Ho fatto bene a prendere questa precauzione, il verdetto e` negativo: e` un libro per adulti, assolutamente. 
Se il racconto non coinvolgesse le storie sconvolgenti e dolorosissime dei nonni di Oskar, sicuramente la vicenda di questo bambino, a parte alcuni riferimenti al sesso (che non hanno affatto un linguaggio e un'impronta infantile), i ragazzini delle medie potrebbero comprenderla, ne sarebbero colpiti, li farebbe riflettere.
Ma questo racconto non e` rivolto a loro: un adolescente che ancora deve aprirsi alla vita non puo` capire cosa c'e' dietro i comportamenti cosi` strani degli adulti di questo romanzo e come il dolore puo` modificare le relazioni naturali tra uomo e donna. 

L'ultimo passo sara` vedere la trasposizione cinematografica con Tom Hanks nella parte di Thomas.

venerdì 15 febbraio 2013

Buone letture, ma non per tutti: criteri di scelta




Leggo molto in queste settimane e molte cose diverse.
Mi piacerebbe essere bella come queste due qua sopra (e pure SECCA come loro!!!!), ma di Elisabeth Bennet (Keira Knightley) e Jane Austen (Anne Hathaway) al momento ho solo il libro e l'aria catturata dalla lettura.
Mi sono meravigliata oggi che spolveravo la mia mensola sopra il letto della quantita` di testi "in lettura" presenti! Una selva di segnalibri che svettano oltre il livello delle copertine. Senza contare il Kindle in cui ho accumulato anche parecchie anteprime gratuite per capire se effettivamente siano opere che mi ispirano e che possano essere di mio gusto.
La fregatura (che fregatura non e`) e` che devo leggere o almeno supervisionare anche i libri destinati ai miei figli.
E` un abitudine che ho da sempre ed ora che la mia prima figlia ha 12 anni ci sto ancora piu` attenta.
La bibliotecaria oggi approvava questa cosa.
Le avevo chiesto se era necessario leggermi da cima a fondo il prossimo libro per M. consigliato dalla professoressa di arte e lei mi ha risposto con un commento che mi ha colpito: "Ho visto certe liste di libri da leggere che vengono dalle scuole medie che...(occhio sbarrato)...insomma....".
Quindi mi sono prontamente lanciata nella lettura, la sera stessa.
Non ho molto tempo: il libro e` corposo, l'ho preso in prestito ed abbiamo un mese di tempo, per cui devo metterci poco perche` se va bene per M. poi lo deve leggere anche lei ed essendo mia figlia una lettrice famelica so gia`che per finirlo presto tralascera` lo studio!!

lunedì 11 febbraio 2013

Cookbook: La cucina Tex-Mex

Ci sono stati anni in cui andava provato ogni ristorante che avesse un'aria esotica, statunitense e comunque non nostrana.
Poi sono arrivati invece gli anni della dispepsia (condizione patologica caratterizzata dalla presenza predominante di dolore e/o fastidio persistente o ricorrente localizzato nell'epigastrio) e quindi si e` smesso di andare al ristorante!

Ho provato almeno quattro ristoranti messicani nel periodo adolescenziale e devo dire che tra le varie esperienze esterofile la cucina del centroamerica e` quella che ricordo con piu` piacere: sapori decisi e forti (piccantissimi), ma genuini.
La cucina Tex-Mex invece e` una commistione di tre generi: il messicano puro, lo spagnolo conquistatore e lo stile USA rurale del Sud.
Sulla cucina spagnola non ho gran che da dire perche` non la conosco molto, so solo che...aglio, aglio e ancora aglio ovunque. Che a me piace.
La cucina messicana e` nobilmente legata alla terra dei Maya. La materia prima e` povera, ma le sue radici sono antichissime: dietro gli ingredienti e le preparazioni c'e' la storia degli indios con le loro credenze, i loro riti e le loro scoperte preziose (il mais, la cioccolata, la zucca, il peperoncino).
E poi c'e' il Texas che confina con il Messico e che e` diventata la terra degli emigrati poveri messicani verso la ricchezza degli USA. Senza nulla togliere alla paciosita` dei texani la cucina di la` e` un po' burina: sono i cow-boys moderni che fieri dei loro cappelloni bianchi per fare i 100m da casa al supermercato cavalcano macchinoni con le corna di bue tra i fari. Proprietari terrieri, latifondisti che con i soldi del petrolio non hanno piu` bisogno di far pascolare le mandrie libere nelle praterie e non coltivano piu` quello che mangiano. Percio` se non fosse per l'ottima qualita` della materia prima (le carni bovine ad esempio) la loro cucina sarebbe un po' banale.

Detto questo sulla mia mensola dei cookbooks io ho un libricino edito da Könemann che si chiama "La cucina Tex-Mex" di Anne Wilson.
Negli anni ho usato diverse di queste ricette e non sono mai rimasta delusa soprattutto quando ho scelto quelle che "sapevano" piu` di Messico che di Texas (mi sono ben guardata per esempio dal preparare gli Hot-dogs friggendo in pastella i würstel!!!).
Il libricino e` corredato di due piccoli glossari: uno con i nomi degli ingredienti tipici che poi sono ortaggi o derivati (peperoncini, peperoni, pomodori, fagioli, semi e farine) e uno con i nomi delle principali pietanze che oggi come oggi per noi risulatno facilmente riconducibili a piatti che conosciamo (burritos, nachos, tortillas, guacamole). C'e' anche un capitolo sulle salsine stuzzicanti per accompagnare le pietanze e le ricette sono tutte corredate da fotografie allegre e piene di colori.
Il volumetto e` piccolo in dimensioni e pagine, ma e` un concentrato di preparazioni stuzzicanti!

Quello che vi mostro qui e` una pie di fagioli e manzo che ho riadattato un po' per adeguarmi agli ingredienti presenti al momento in casa (cucinata una domenica di frigo pressoche` vuoto per non intristirsi con una pasta in bianco!), ma ho provato anche le salsine, le Empanadas, il Chili, le Huevos rancheros, le Tortillas ed il pane di mais. Tutto riuscitissimo e con un grado di piccantezza variabile in base ai commensali!

Rifarei questo piatto oggi solo per poter riaffondare le mani nell'impasto della crosta al mais prima della cottura! E` bellissimo!


venerdì 8 febbraio 2013

G. (9anni) recensisce "Mr Stink. L'esilarante storia del Signor Puzzone"


 G. (9 anni) recensisce 
Mr Stink. L'esilarante storia del Signor Puzzone
scritta da David Walliams
ill di Quentin Blake

Questo libro parla di una bambina che conosce un barbone per strada e rimane colpita da lui perche` e` molto puzzolente. Vorrebbe invitarlo a casa sua, ma sa gia` che la sua mamma non vuole che lei si fermi a parlare con gli sconosciuti. Ne parla con il suo papa` il quale le da` delle salsicce per il barbone che si chiama Mr Stink. I due si conoscono meglio e iniziano ad aiutarsi a vicenda: Chloe lo ospita nel suo capanno degli attrezzi e lui le da dei consigli di vita.
Alla fine il fatto che Mr Stink abbia alloggiato in casa di Chloe ha scombussolato tutta la famiglia ma ha fatto in modo che le cose andassero meglio.  
Mi ha colpito questa bambina generosa e mi e` piaciuta la storia perche` e` divertente.
I disegni sono molto strani perche` sembrano degli scarabocchi, ma sono belli.

lunedì 4 febbraio 2013

AnimaliDivorziareAsola: un racconto breve.



AnimaliDivorziareAsola


Donna rammenda di Edouard Vuillard da arteposter
Fuori dalla finestra tante nuvole basse a coprire i fianchi delle montagne, tetti bianchi, alberi scarni coi tronchi neri bagnati da quella che ormai e` diventata pioggia.
Bosco e Cielo hanno lo stesso colore.
Dentro invece un tepore profumato di cose buone: il forno va.
Stasera mangeranno torta messicana di fagioli e carne e le ragazze (che ora ridono al piano di sopra allegre e spensierate) fra qualche minuto scenderanno a preparare i biscotti per la merenda.
La madre siede a rammendare un grembiule dell’asilo. La` dove c’era un bottone ora c’e` uno strappo: la piccola deve essersi impigliata in uno spigolo o ha cercato di spogliarsi con troppa foga e adesso l’asola e` tutta sfrangiata.
Come si fa a rammendare un’asola?”
Non e` mai stata una sarta, fa quello che nessuno le ha mai insegnato con molto senso pratico, badando al sodo “L’importante e` che l’intervento sia risolutivo…forse posso mettere qualche punto qui….non facciamo pecionate”.
Ernesto guarda la televisione in salotto con l’occhio spento di chi ha la febbre alta, ogni tanto tossisce .
Speriamo che non sia una gastroenterite, non ce la faccio neanche a sopportare l’idea” .
Giodde e` di sotto in cortile a bagnarsi beatamente, la neve e` diventata una massa fradicia e scivolosa con cui non si puo` piu` giocare.
Meglio che lo chiami senno` le scarpe domattina saranno inutilizzabili e con cosa lo mando a scuola poi?”.
I pensieri vorticano attorno al filo da cucito, si infilano nella cruna dell’ago fissandosi sull’asola assieme ai punti; si sovrappongono, si scavalcano e il rammendo che ne esce sembra la coda di un armadillo.
Lei fa una smorfia e sbuffa, non e` arrabbiata e` solo sconsolata: le cose da fare sono molte e vorrebbe che tutte riuscissero, venissero bene, precise e belle.
Questi sono discorsi da casalinga incallita e pure un po’ frustrata, invece non lo sei o almeno non ancora. E in ogni caso sei tu che hai voluto divorziare dal tuo lavoro!”

Com’e` possibile che sia successo davvero? Le piaceva cosi` tanto.
Alti e bassi come in tutti i rapporti ovviamente. Per difenderlo a volte il giorno di riposo lo passava sdraiata a respirare profondamente, ma era il suo lavoro: aveva studiato parecchio e aveva raccolto grandi soddisfazioni , grandi e belle come mazzi di fiori freschi. C’era passione.
Quando lo ha lasciato pero` lo ha fatto senza fantasia :”forse e` meglio che ci prendiamo una pausa”.
Di dodici mesi.
E come sempre succede pian piano si e` abituata a stare senza e non e` piu` tornata.
La verita` e` che non voleva che i bambini crescessero come alberi da frutto di un campo abbandonato: senza pacciamature, senza potature, senza stagione del raccolto.
Mia madre? Non c’era mai, stava sempre nel letto senza forze“ questo non poteva, non doveva succedere.

E quindi piantala di lamentarti e sorridi: questo grembiule sara` riusato”.
Lo guarda di nuovo sottecchi :“comunque quando Liuba si allaccera` il bottone questa coda di animale strano sara` coperta,
Le ragazze sono sulle scale e scendono ridendo.”Adesso rovisteranno nel cassetto per cercare i grembiuli e faranno un gran casino come al solito, non sono ancora riuscita ad insegnargli a fare le cose per bene
Pero` sarebbe bello ricamare tanti animali su questo grembiulino...potrei seguire i quadretti della stoffa...potrei farli a punto croce…”.
Ernesto la chiama dal divano: ha sete.
La porta di casa si apre: Giodde e` gocciolante e sorride soddisfatto ”ho fame, quando si fa merenda?”.
Vi siete lavate le mani prima di cominciare ad impastare?” chiede alle grandi.
Il grembiule attende sullo schienale della sedia.
Domani mani ruvide ed esperte lo piegheranno per bene mentre mani soffici ed incerte lo sfioreranno accarezzando quella cicatrice.
Mamma che cos’e questa?”
E` una coda di armadillo! Sai cos’e’ un armadillo Liuba?”. 
                                                  
                                            21/01/2013
 
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Questo e`un racconto breve ispiratomi dalle tre parole che TOWRITEDOWN ha lanciato nel web nei suoi lunedi` per lo sviluppo dell'io creativo.
Ho raccolto la sfida del 14 gennaio per misurarmi con me stessa, per esercitarmi nella scritttura, ma soprattuttto per dimostrarmi che non e` vero che sono poco creativa.
Prendere spunto dalla propria vita per comunicare e` mancanza di creativita`?
E` ovvio che questo racconto sia autobiografico, tutto mi appartiene (tranne i nomi dei miei figli che coincidono con i loro solo per l'iniziale!), ma io scrivo di cio` che so.
Scrivo di cio` che ho provato, di cio` che mi ha nutrito e che ho metabolizzato, di cio` che mi colpisce e di cio` che mi sfiora soltanto. Ma tutto deve avermi toccato. Se non mi fa anche solo una minuscola cicatrice mi annoia, non mi interessa.
Scrivere inoltre rievoca in me pensieri che sono sempre rimasti nel lobo occipitale: c'erano, sapevo che erano li`, ne percepivo la presenza, ma non potevo inquadrarli, erano al di fuori del mio campo visivo.
Quando scrivo sento il mio cervello che scricchiola per mettersi in moto e quando parte e` come un treno in corsa, non posso rallentarlo se non e` prevista la fermata. e se non mi sbrigo, se non sono veloce a tradurne i pensieri in scrittura me lo perdo, lo vedo andare via: le parole sono lontane ormai.

Questo esperimento mi ha divertito.
Ne ho gia` pronto un altro!
Come al mio solito non posso fare una cosa per volta no?