da un'idea di "Era un anno a casa" un blog tutto ... da leggere!!!

giovedì 11 dicembre 2014

Japan Mood


Sto leggendo romanzi che alimentano il mio mood del momento. 

Credo capiti un po' a tutti prima o poi di trovare letture che si inseriscono bene nel periodo che si sta vivendo, magari altre invece ne sono distanti o viaggiano in senso parallelo alla vita di tutti i giorni. 
E non si tratta solo di genere letterario, ma proprio di contenuti: sentimenti miei che ritrovo scritti sulle pagine di un romanzo, sensazioni che mi appartengono, esperienze vissute, ragionamenti che mi frullano in testa che un'altro e` riuscito a tradurre in storie interessanti, come forse io non avrei mai saputo fare.
Quante volte mi e` capitato! E piu` "divento grande" piu` faccio di queste esperienze letterarie.
Con "La porta" di Natsume Sōseki e` andata cosi`, un anno fa quando me lo sono fatto prestare da Stefania le sensazioni provate furono esattamente queste: un senso di familiarita`, tra le righe della storia trovavano finalmente un nido i miei pensieri inespressi, la scrittura lenta e delicata di Sōseki mi ha conquistata, mi sono riposata nei dialoghi intimi dei suoi personaggi. 
Poi e` successo che sono entrata "nel tunnel" e quell'autore mi ha portata lontano. 
Mi sono lasciata coinvolgere dalle atmosfere orientali e complice il corso di lingua giapponese che, con molto coraggio (ma anche una buona dose di incoscienza lo ammetto) ho intrapreso sono andata alla deriva. Mi trovate sulle spiagge di Okinawa a leggere o in un caffe` a Tokyo ad esercitarmi sui katakana o ancora in un giardino a osservare la gente che passa o al mercato a tentare di comunicare con i venditori al banchetto della verdura. Sono qui ma sono molto anche li` e non e` escluso che un giorno non ci sia proprio in carne ed ossa. 


Percio` in questo momento sono quelli che vedete qui sopra i miei livres de chevet. Ce ne sono stati altri prima: "Ne` di Eva ne` di Adamo" di Amelie Nothomb ad esempio e quasi tutti i romanzi di Banana Yoshimoto, ma ora ho iniziato "La nave per Kobe" di Dacia Maraini e "Strane avventure di Sherlock Holmes in Giappone" di Dale Furutani. Il primo narra del viaggio che fece la Maraini da piccola quando i suoi genitori si trasferirono in Giappone per lavoro, il secondo racconta dei casi che Sherlock Holmes risolse nel periodo in cui si allontano` dall'Inghilterra per sfuggire al suo acerrimo nemico Moriarty. Gli altri due libri invece mi sono stati prestati da amici e non ne so nulla, di Yukio Mishima conosco solo la biografia che mi ha letteralmente fulminata e per questo ho deciso di leggere qualcosa di suo. 

Quindi cio` che li accomuna tutti e` il Giappone. 

Il fatto e` che questa lingua giapponese (di cui parlavo gia` qui) mi piace un sacco. Mi metto davanti ad un testo pieno di parole all'apparenza indecifrabili e trovo ogni volta emozionante poter riuscire a leggerle. Ovviamente non e` detto che imparando a riconoscere le sillabe degli alfabeti giapponesi poi sappia che cosa voglia dire cio` che sto leggendo, per la verita` non conosco quasi mai il significato delle parole che mi sforzo di leggere da dieci mesi in qua ed e` un filino frustrante, ma spesso mi basta solo sentirle pronunciare da me, e` gia` sufficientemente meraviglioso che la lingua giapponese esca dalla mia bocca, con la mia voce. Sono come un bambino di prima elementare che muove i primi passi sulla carta stampata, sono entusiasta e insieme perplessa di questa felicita`: perche`? 
E` la gioia di imparare? Sono sempre stata felice di imparare come funzionano le cose.
O e` proprio il giapponese in se` che mi galvanizza? Questi due motivi e altri ancora.


la mia postazione di oggi
studio hiragana e katakana

metto la mia famiglia nei compiti

mi esercito in sala di attesa
questo lo sto affrontando ora
Il Giappone dagli anni settanta in poi e` entrato a far parte dell'immaginario infantile (e non solo) come il paese in cui e` normale giocare ad essere un personaggio: Candy, Pollon, Creamy, Arale, Mazinga, Sanpei, Spank e chi piu` ne ha piu` ne metta. Sono nata nel 1972, mio padre suonava con la chitarra la sigla di Goldrake ed io e mio fratello cantavamo a squarciagola. Eravamo dei bambini, ma anche ora che sono cresciuta un pochetto tutto sommato e` ancora questa l'idea che ne ho. 
Ma ai miei occhi molto fanno anche le immagini che arrivano da noi di case tradizionali tirate a lucido con i pavimenti in legno e pareti di carta. Ve la ricordate la casa di Taka in "L'ultimo samurai"?

The Last Samurai 

di calzature lasciate all'ingresso e saluti copiosi corredati di inchini e sorrisi, di giardini belli come quadri, di piattini e ciotoline di ceramica contenenti misurate quantita` di pietanze dall'aspetto salutare ed elegante....ovviamente non era possibile per me affrontare la cosa senza esplorarla anche dal punto di vista culinario...


ristorante giapponese - tonno

ogni volta che ci troviamo col gruppo del corso di giapponese andiamo in una sala da te`

Per questo io studio il giapponese con un misto di fascino e divertimento. 
Leggo di italiani in Giappone, di Giapponesi in Italia e la cosa mi fa stare bene, ogni volta e` come se partissi per un viaggio verso l'ignoto, un ignoto allegro, ad alto tasso estetico, educato e pacato. Vorrei visitare questo paese con la modalita` che preferisco: appartamento in punto strategico con cucina funzionale per almeno due settimane di tempo, macchina fotografica alla mano.
Questa primavera sembrava perfino una possibilita` concreta per via del lavoro di mio marito, ma la cosa e` sfumata. E comunque non avremo saputo come fare: sette biglietti di andata e ritorno per il Giappone non sono uno scherzetto.

Giorni fa leggevo l'incipit di un post che ha risposto ad una mia piccola inquietudine, lo riporto per intero perche` lo trovo davvero illuminante:
"Quando uno straniero si accosta alla materia giapponese si presentano spesso due possibilità: una è un pericolo, l’altra è un miracolo.
Il pericolo è quello che egli/ella banalizzi quel che non conosce o conosce poco, che la superficialità dell’approccio lo porti a spiegare poco e male, o troppo e in modo didascalico; che dal racconto emerga una sensazione di artificiosità, di lifting culturale, in bene o soprattutto in male. Semplificazione, sfruttamento di temi “caldi” al solo scopo di attirare l’attenzione. È allora l’orticaria quella che vien su.
Il miracolo, invece, avviene quando chi scrive conosce a fondo quello di cui parla, o – cosciente dei limiti del proprio capire – si avvicina con umiltà ad una cultura altra. Il suo punto di vista, in questo caso, sarà persino illuminante, poggerà l’occidente nell’oriente e farà domande, e darà risposte."
da blog di LauraImai Messina.

Spero che si realizzi un giorno il miracolo, intanto mi faccio piccola con gli occhi grandi e continuo a studiare.


Dimenticavo: contribuisce anche alla crescita della mia cultura asiatica viki.com E dico solo che non ho mai sopportato l'idea di seguire serie tv di nessun genere...



2 commenti:

  1. A me, invece, seppur amante della cultura giapponese la letteratura non è mai piaciuta più di tanto.
    La trovo perfettamente rispecchiante l'inevitabile superficialità (o mascherata profondità) di un popolo che è cresciuto isolato e chiuso in se stesso. Lieto se potessi consigliarmi qualcosa per cambiare questo giudizio alquanto antipatico...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sto muovendo i primi passi anch'io nella letteratura giapponese, cosa hai letto fin'ora? Mi piace la Yoshimoto degli inizi "Kitchen" "Sonno profondo" "Lucertola" ed e` una donna contemporanea, ma leggi anche questo libro di Sosuke che ho citato sopra "La porta" lui e` un uomo (quindi piu` vicino a te) dell'era moderna, a breve iniziero` la lettura di Mishima che e` stato un'idealista e che si e` tolto la vita come un samurai, io non apprezzo le storie di Murakami per esempio. Una cosa e` certa la nostra cultura non ha niente a che vedere con la loro, bisogna leggere questi autori con i piedi staccati dalla nostra terra e lo sguardo a Est.
      Ciao Gab

      Elimina

Questo commento sara' letto anche dai miei bambini, tienilo presente!
Grazie Scake